in sintesi da oggi agli Italiano costerà molto di più fare cause. Evidentemente, le lobby che mirano a invadere il settore giustizia hanno vinto un round nel riuscire a farsi approvare la legge. Ma non fatevi raccontare la baggianata che è nell'interesse dei consumatori. Intanto per conciliare bisogna trovare un accordo e già gli avvocati ci provano sempre ad evitare le cause. Comunque, forse ad un pò di stampa manca il concetto, quindi è meglio precisare: "conciliazione obbligatoria" non significa "è obbligatorio conciliare" ma solo che è obbligatorio pagare, prima di fare causa (certo non poco costose) anche i costi (non piccoli) di questa fase aggiuntiva e prodromica obbligatoriamente al giudizio. Quindi: i costi crescono e i servizi forniti si affievoliscono. (Amalia Lamanna)
La notizia:
Meno cause civili nel tribunali:scatta la conciliazione obbligatoria
Avvocati in sciopero: «Illegittima». Alfano: «Giustizia veloce»
ROMA - Al via la mediazione civile obbligatoria, mentre infuria la polemica. Da domani entra in vigore la mediazione che riguarderà un’area molto vasta della giustizia civile: dalle controversie sulle proprietà alle successioni ereditarie, dai patti di famiglia ai contratti assicurativi. Il provvedimento voluto dal Guardasigilli Angelino Alfano, ed altrettanto contrastato dagli Ordini degli avvocati, è dal nove marzo sotto la lente dei giudici del Tar del Lazio che dovranno valutare se, come sostengono l’Organismo unitario dell’avvocatura e molti Ordini forensi, sia illegittima la nuova normativa nata con l’obiettivo di deflazionare il contenzioso civile rendendo obbligatorio il tentativo extragiudiziale di soluzione delle liti.Molti i settori nei quali bisognerà tentare la strada della soluzione davanti a un «risolutore di conflitti». Ossia un professionista - non necessariamente di formazione giuridica, anche un ingegnere o un geometra vanno bene - che, per ora, avrà una formazione specifica di 50 ore e che, in futuro, disporrà di una apposita laurea triennale. Il ”problem solving” deve essere capace di sviluppare il dialogo tra le parti e la ricerca di una soluzione condivisa che faccia rinunciare i contendenti dall’intraprendere il lungo percorso giudiziario che dura almeno 10 anni, dal Tribunale alla Cassazione.Sono quasi sei milioni le cause arretrate. Locazioni, litigi ereditari, contratti bancari e assicurativi, risarcimenti del danno da colpa medica e diffamazioni a mezzo stampa, comodato, affitto di aziende, patti di famiglia e diritti reali: in tutti questi casi, prima di andare in tribunale, bisogna confrontarsi davanti al ”conciliatore”. E tra un anno l’obbligo scatterà anche per le liti condominiali e le cause per risarcimento danni da circolazione stradale e da natanti. In Italia il numero delle cause civili è diminuito, informa il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. La mediazione va in questa direzione: «Darà la possibilità ai cittadini di avere giustizia in soli quattro mesi non attraverso una rissa ma presso un organismo di conciliazione pubblico registrato al Ministero della Giustizia. Se poi non si trova la soluzione in quattro mesi - ha aggiunto - è chiaro che il cittadino si potrà rivolgere al giudice».Invano l’avvocatura - ma l’Oua, comunque, non demorde e per il 28 marzo ha ottenuto un incontro con il Presidente della Camera Gianfranco Fini - aveva chiesto al Guardasigilli di inserire nella nuova disciplina l’obbligo, per i cittadini, di essere assistiti da un legale di fiducia. La procedura, tuttora, non lo prevede e, dunque, rimangono in campo le barricate degli avvocati che ritengono la mediaconciliazione lesiva del diritto di difesa. Se la ”creatura” di Alfano funzionerà e si raggiungerà il risultato di abbattere anche solo del 20-30% l’iscrizione di nuove cause, per gli avvocati si stima un calo delle entrate.Ma non tutti gli avvocati si oppongono al cambiamento. Ad esempio Nicola Nanni dell’Ordine degli avvocati di Roma, tra i promotori del centro di formazione per conciliatori ”Adr-Unione europea conciliatori e arbitri”. «Un solo dato: in Francia, e faccio l’esempio di uno dei paesi comunitari a noi più simili - dice Nanni - ogni centomila abitanti si iscrivono ogni anno 2300 nuove cause a ruolo. In Italia se ne iscrivono ben 4800. Dunque si deve intervenire sui meccanismi dissuasivi, o alternativi, allo sbocco della lite nelle aule, già ingolfate, dei tribunali».
estratto da: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=142538
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