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Secondo la Cassazione, la volgarità verso un anziano assuma una carica ancora più offensiva «in quanto rivolta a persona non adusa a certe disinvolture di linguaggio». Ecco perchè la Quinta Sezione penale ha disposto un nuovo processo civile che consentirà ad una signora ultraottantenne romagnola di ottenere il risarcimento dei danni. Il caso La signora si era sentita dare della "str..." da un ultrasessantenne vicino di casa «in un contesto assolutamente formale». E' scattato il reato di ingiuria, poi prescritto, ma la Cassazione ha ritenuto che certa volgarità non abbia attenuanti, accordando alla signora M. C. la possibilità di avere un «equo risarcimento» per l’offesa. Inutilmente I. R., già condannato ad una multa per ingiuria dalla Corte d’Appello di Bologna nel giugno 2008, si è difeso sostenendo che l’epiteto è diffuso nel linguaggio dei giovani e meno giovani e che dunque ha perso la sua carica offensiva. La difesa, a parte la prescrizione del reato, non ha convinto la Suprema Corte secondo la quale «l’intrinseca valenza offensiva spregiativa è tanto più intensa e rimarchevole» quando viene «rivolta a una persona anziana, non abituata certamente a certe disinvolture di linguaggio».
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