02/07/2012 09:05
HONG KONG - CINA
Hong
Kong, la Marcia per i diritti umani travolge gli appelli di Hu Jintao
all'armonia
di Paul Hong
Circa 400mila persone - secondo gli organizzatori - hanno
partecipato alla marcia del 1° luglio. Critiche al nuovo capo del governo,
accusato di corruzione; alla politica del caro-casa; alle violenze contro il
dissidente Li Wangyang, "suicidatosi" mentre era sotto la custodia della polizia
cinese. Disturbato il discorso ufficiale di Hu Jintao; critiche alla guarnigione
dell'esercito di liberazione di stanza ad Hong Kong; assalto alle transenne
dell'albergo dove Hu era ospitato.
Hong Kong (AsiaNews) - Decine di migliaia - forse centinaia di migliaia - di
persone hanno manifestato ieri nel centro dell'isola di Hong Kong mentre era in
atto la visita del presidente cinese Hu Jintao. L'enorme flusso dei manifestanti
ha domandato più democrazia per il territorio e rispetto per i diritti umani
nella madrepatria; Hu Jintao, che ha assistito in mattinata al giuramento del
nuovo capo dell'esecutivo, Leung Chun-ying, ha chiesto di superare le divisioni
e far crescere "armonia e stabilità" rispondendo ai "bisogni della popolazione"
e facendo attenzione alle "tensioni sociali".
Hu Jintao era in visita ad Hong Kong per celebrare il 15mo anniversario del
ritorno del territorio alla madrepatria. La cerimonia principale, con ospiti
scelti, si è svolta ieri mattina all'Hong Kong Convention and Exhibition Centre.
Un membro del Partito democratico, Ken Tsang Kin-chiu è riuscito a fermare il
discorso del presidente cinese, gridando a voce alta: "Giustizia per il massacro
di Tiananmen! Fatela finita con il Partito unico!". Egli è riuscito anche a
stendere uno striscione prima che 10 guardie lo prendessero e lo trascinassero
fuori. È stato rilasciato dopo poco tempo.
Nel pomeriggio, col caldo torrido, una marcia di decine di migliaia di
persone - 400mila secondo gli organizzatori; 60mila secondo la polizia - è
sfilata dal Victoria Park fino a Central. Ci sono volute più di quattro ore
perché tutto il corteo si muovesse. Le ragioni della marcia sono varie: critiche
sul modo di scegliere il capo dell'esecutivo (un gruppo di 1200 grandi elettori,
comandati da Pechino); critiche a Leung Chun-ying, nuovo capo dell'esecutivo,
per alcune illegalità scoperte nella costruzione della sua casa e perché è
troppo filo-Pechino; critiche per la morte del dissidente Li Wangyang, eroe di
Tiananmen, apparentemente "suicidatosi" mentre era sotto custodia della polizia
cinese; critiche al caro-casa, che sta mettendo in ginocchio molte famiglie di
Hong Kong.
Nel discorso del mattino, Hu Jintao ha ribadito la politica di "Un Paese, due
sistemi", che permette ad Hong Kong un tenore di vita e libertà maggiori che
nella madrepatria. Ma in questi 15 anni, il controllo della Cina sul territorio
si è accresciuto dal punto di vista economico, politico e militare. Molti
attivisti hanno criticato l'esibizione di forza di due giorni fa, ad opera di Hu
Jintao che è sfilato in una parata con la guarnigione dell'Esercito della
liberazione presente ad Hong Kong.
Alcuni dimostranti hanno perfino tentato di assaltare la recinzione attorno
all'hotel dove Hu era ospite.
Le manifestazioni del primo luglio sono divenute una tradizione dal 2003.
Quell'anno, il governo di Hong Kong, guidato da Tung Chee-hwa, aveva preparato
una legge (l'Art. 23) sulla sicurezza, che bloccava molte libertà di
associazione e di parola. Alla manifestazione del 2003 hanno partecipato oltre
mezzo milione di persone. Tung Chee-hwa ha dovuto archiviare la legge.
estratto da http://www.asianews.it/notizie-it/Hong-Kong,-la-Marcia-per-i-diritti-umani-travolge-gli-appelli-di-Hu-Jintao-all'armonia-25167.html
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